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Maridl Innerhofer

L'unica requisiti: parla tedesco
durata video:
2:34
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
copyright location:
Marling
data della ripresa:
2008-05-06
traduzione inglese di:
Sylvia Manning - Baumgartner
traduzione italiana di:
Nicole D´Incecco
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1939
trascrizione:
L`amicizia tra Hitler e Mussolini, i loro incontri sul Brennero e tutte queste cose toccavano molto noi altoatesini. Ancora oggi non capisco perché all`epoca non dimostrammo più intelligenza dicendo: "Neanche con Hitler sarà meglio." Ma fu così, eravamo talmente oppressi che noi altoatesini volevamo solo poter parlare, leggere e scrivere in tedesco, volevamo scritte in tedesco, toponimi tedeschi e poter scrivere i nomi tedeschi sulle nostre pietre tombali. Il fascismo era talmente brutto per noi che volevamo essere solo tedeschi. "Beh, allora che arrivi questo Hitler. Almeno potremo parlare tedesco." Che lui fosse un briccone come Mussolini, questo non lo sapevamo. Conoscevamo solo Mussolini. Dunque, dal 1919 fino al 1939 eravamo oppressi. Alle ricorrenze della morte di mio padre qualche volta trovavamo un mazzo di fiori, di garofani sulla sua tomba. Chissà chi li metteva là, nella notte. Che fosse mia madre a lasciarli? Ad ogni modo: garofani bianchi e rossi, i colori del Tirolo. E vennero di nuovo da mia madre: "Garofani bianchi e rossi!" Mia madre fu così furba a dire: "Ma c`è anche del fogliame verde!" Una volta ci fu una festa dei fascisti e tutto il paesino doveva esporre le bandiere. Abitavamo in alto, nella piazza e avevamo un balcone che dava sul Comune. Dappertutto si vedeva il Tricolore italiano. Mia madre invece non lo espose. E vennero di nuovo, e lei con fermezza si impose e non dovette esporre la bandiera.